Dal 1400 a oggi 4

Contadini

Ventesimo Secolo

Sul ventesimo secolo avremmo dovuto avere una notevole messe di notizie, ma il caso ha voluto invece che molti atti e documenti di questo periodo non ci siano pervenuti. Complice di questo è stato il fascismo che con la soppressione degli organi collegiali del Comune, ha eliminato il dibattito democratico. Così ci è mancata la possibilità di attingere le notizie dalle deliberazioni, le quali, adottate da una singola persona, il podestà, riportano decisioni laconiche e aride di cifre. Deleteria è stata, inoltre, la disposizione di distruggere gli atti riguardanti l'attività del regime fascista alla caduta dello stesso, privandoci della possibilità di ricostruire adeguatamente la storia di quel periodo.

 

All'inizio del secolo, esattamente nel 1903, giungeva a Sestu la prima autovettura della sua storia e la seconda in assoluto in tutta la Sardegna. La macchina, una Phateon (?) a 5 posti, era di proprietà del Sig. Efisio Manunza, il quale non l'acquistò, ma la vinse come premio per l'abbonamento ad una rivista, scrisse allora L'Unione Sarda, per l'acquisto di un aratro invece, ci ha detto il nipote del Manunza il Sig. Giuseppe Picciau. Fatto sta che sull'auto, quando giunse a Sestu non c'era l'autista, ma fu trainata da un magnifico giogo di buoi, che la prelevarono dal porto di Cagliari, non essendosi trovata una persona in grado di guidarla. La Phateon rimase per circa sei mesi a Sestu forzatamente a riposo, messa in disparte. Ma ecco che un giorno una persona si offrì di pilotare la macchina, si trattava di un certo Mario Del Corvo, di professione meccanico, che esercitava a Cagliari nella Via Manno. Così la macchina riprese la strada della città, sempre trainata dai buoi, ed all'arrivo venne presa in consegna dal Del Corvo, il quale, assieme ad alcuni amici, si mise a scorrazzare per la Via Roma alla considerevole velocità di 40 Km all'ora.

 

Continuano in questo secolo le carestie ed i periodi difficili. Nel mese di maggio 1906, 320 poveri chiedono lavoro al Comune per avere un sostentamento. Molti per sfamarsi rubano in campagna e la Compagnia Barracellare non riesce a far fronte a questi furti. Il Comune, per ovviare a questa situazione, decide di spendere tremila lire per la sistemazione delle strade di Ussana, San Gemiliano, Sant'Esu e Seurru, le più in trafficabili del momento, impiegando così i senza lavoro.

Un grave fatto, che fortunatamente non ha avuto le serie conseguenze che poteva avere, ha colpito i Sestesi il 25 agosto 1907. Il fatto, ricostruito e pubblicato il giorno dopo dal giornale Il Corriere dell'Isola, si svolse così. Il parroco sac. Luigi Marras recitava il breviario nella sacrestia della chiesa parrocchiale e si apprestava a prepararsi una predica da recitare più tardi a Monastir. Nella sacrestia c'erano pure un cantore e lo scaccino Pietro Meloni, che preparava per celebrare la messa, da anticipare per permettere al parroco di recarsi a Monastir. Alle ore otto e tre quarti, uscito il cantore, il parroco, che continuava a recitare il breviario, restò solo col sagrestano che apparentemente accudiva alle cure del suo ufficio. A questo punto una detonazione rintronava nella sacrestia ed un proiettile sfiorava il collo del sacerdote, il quale, restando illeso, credete che lo sparo provenisse dall'esterno. Ma, sollevato lo sguardo, una scena terrificante si presentò ai suoi occhi quando vide il sagrestano che, fermo sulla soglia della porta, con una pistola in mano, fece partire un secondo colpo. Questa volta la palla colpì nel segno, ferendo ad un braccio il sacerdote, dopo avergli forato la sottana, la camicia e la flanella. Il parroco tentò subito di fuggire ma il sacrista gli sparò una terza volta colpendolo alle spalle senza ferirlo, avendo il proiettile incontrato uno scapolare che il sacerdote portava. La notizia si sparse in un baleno, sebbene in chiesa fossero presenti solo poche persone. Tra i primi soccorritori vi fu il Sindaco Giovanni Manunza ed il segretario comunale Napoleone Mereu ed altre persona, che trasportarono in un primo momento il ferito in una bottega, dove fu curato dal medico e successivamente accompagnato alla sua abitazione.

 

Don Marras, nato a Tuili da nobile e cospicua famiglia il 30 maggio 1877, celebrò la sua prima messa il 29 marzo 1902 ed il 1° ottobre dello stesso anno venne nominato parroco di Villasalto, dove rimase fino al 30 giugno 1904. A Sestu venne il 1° luglio 1905, dopo aver trascorso un anno come beneficiato della Primaziale. Dopo l'episodio ricevette la visita ed il conforto dell'arcivescovo.

Il Sindaco gli indirizzava una lettera con la quale, anche a nome del Consiglio Comunale, gli esprimeva il vivo rammarico ed il cordoglio per il triste fatto di cui rimase vittima. Ma cosa spinse il sacrista a compiere l'insano gesto? Nessuno riusciva a darsi una spiegazione ed i più pensavano ad un improvviso raptus del sacrista, che subito dopo il fatto si costituì all'autorità giudiziaria su consiglio del capitano dei barracelli, accorso appena gli giunse la notizia dell'attentato. Calmo e freddo il Meloni non diede spiegazioni a quanti lo interrogarono e rispose solo, con mezzi termini che quanto aveva fatto era da farsi e se non l'avesse fatto lui l'avrebbe fatto qualche altro. Circolarono nel paese per l'occasione voci secondo le quali il sacrista attentò alla vita del sacerdote perché costui gli aveva insidiato la moglie.

La notizia l'abbiamo raccolta direttamente dagli anziani perché questo il giornale non lo dice, ma qualcosa del genere lo lascia intendere. Scrive infatti: "Don Luigi Marras ignora assolutamente il movente del delitto ed ha avuto parole di compassione per il Meloni, del quale non sa spiegarsi l'opera delittuosa. Fra il parroco ed il sacrista correvano buoni rapporti ed anzi anche recentemente il Meloni, interrogato da un amico sull'opera del parroco, ebbe a dire: quest'uomo è una fortuna per noi. La voce pubblica lancia un'accusa più grave, che per ora è opportuno non raccogliere ma che trova molto credito. Come capita in simili fatti si è volto ricercare la causa in qualche atto del parroco: tutto il villaggio proclama l'innocenza del suo pastore, contro il quale, è calunnioso si elevi qualche sospetto.

 

Quindi in nessuna provocazione occulta, in nessun atto della vita del giovane parroco si deve ricercare il movente dell'opera del Meloni che ci auguriamo la giustizia riesca ad accertare. Intorno alla causale è dunque sempre l'ombra, sempre il mistero: che il mistero possa presto diradarsi, e sul villaggio di Sestu ritorni la tranquillità scossa per un momento dal triste avvenimento d'ieri". Ma il vero movente dell'attento non fu passionale, come si vociferava quando avvenne il fatto, come è stato tramandato, bensì fu di natura politica; lo sostiene un'anziana ma strettissima parente del Meloni, ancora vivente. Sestu è stato sempre un paese fortemente politicizzato.

Nel secolo scorso dominarono i liberali; non dimentichiamo che uno dei maggiori esponenti in campo nazionale di questo partito, Francesco Cocco Ortu, che ricoprì la carica di ministro, era figlio di una sestese, Giuseppina Ortu, i cui fratelli ricoprirono la carica di Sindaco a Sestu per diversi anni e che fecero registrare diversi episodi di intolleranza nei confronti del clero locale. All'inizio di questo secolo il giovane partito socialista faceva proseliti anche da noi e pare che il Meloni fosse uno di questi. Naturalmente il parroco lo ignorava altrimenti non gli avrebbe consentito di continuare ad esercitare le mansioni di scaccino nella chiesa parrocchiale. Il parroco, infatti, avversava fortemente il partito socialista e questo lo dice chiaro il giornale quando scrive sul suo conto: "A Sestu seppe presto guadagnarsi stima universale, e rese a quella Parrocchia coll'opera sua non pochi benefici. Fra l'altro recentemente, per combattere la mala pianta del socialismo, fondò una Società operaia cattolica, già forte, numerosa e ben organizzata. L'opera del giovane parroco era da tutti seguita con simpatia e quasi con entusiasmo. Il che giustifica il dolore,nel quale dopo il fatto delittuoso, è piombato ieri il grazioso e religioso villaggio del nostro contado." Sull'affermazione che l'opera del parroco fosse seguita da tutti abbiamo dei dubbi perché alla società operaia da lui fondata ne fu immediatamente contrapposta un'altra, altrettanto numerosa, laica e intitolata proprio a Francesco Cocco Ortu. Quindi, tornando alla questione dell'attentato, questo fu ideato, secondo il racconto della parente del Meloni, dal nucleo dei socialisti sestesi, che sorteggiarono il destinatario a compierlo e sorte volle che dal sorteggio venisse fuori proprio il nome del sacrista. Questi non fece troppa fatica a mettere in atto il piano, facilitato dal fatto che la rivoltella di cui si servì era di proprietà dello stesso parroco, che abitualmente la teneva in un piccolo armadio nella sacrestia. Qualche giorno prima dell'attentato e precisamente durante le feste dell'Assunta, il parroco cercò nell'armadio al rivoltella, e, non trovandola al suo posto, ne chiese spiegazioni al sacrista. Questi lo pregò di lasciargli la rivoltella, dovendosene servire in quei giorni - disse - per far meglio la guardia alla statua della Madonna, esposta in chiesa e che recava molti oggetti preziosi. Il parroco acconsentì, però pochi giorni dopo richiese al Meloni la pistola dicendo che poteva servirgli in occasione di visite notturne da effettuare agli ammalati, essendoci in giro molti malintenzionati. "Ieri il Meloni riportò la rivoltella in chiesa per restituirla al Parroco in un modo ben strano" commentava il giornale. Il Meloni nella vecchiaia subì l'amputazione di una gamba e la voce popolare dice che fu a causa della scomunica impartitagli dal parroco per aver attentato alla sua vita. 

 

Nel 1910 si effettuano nel territorio di Sestu lavori di rimboschimento. 

 

Nel 1916 abbiamo i seguenti prezzi per i generi alimentari: pane L. 0,55 al Kg; farina L. 0,55 al Kg; semola per pasta L. 0,64 al Kg; carene bovina L. 0,85 la libbra; agnello, montone, pecora L. 0,60la libbra; capra L. 0,40 la libbra; maiale L. 0,70 la libbra; lardo L. 0,90 la libbra; salsiccia L. 0,80 la libbra; pasta L. 0,50 al Kg; sapone L. 1,25 al Kg. 

 

Il 30 maggio del 1920, alle ore 17, nella piazza della chiesa di San Giorgio, avviene la consegna dei decreti delle croci di guerra concessi ai militari morti in guerra e per essi alle loro famiglie. Vengono pure distribuiti diplomi e medaglie di gratitudine alle madri dei caduti. 

 

Nella notte tra il 26 e 27 aprile 1921 fu incendiata la sede dei combattenti, ma non fu appurato l'autore. 

 

Il 16 gennaio del 1922 il Consiglio Comunale stabilisce il divieto d'importazione del vino per la crisi dei produttori locali che non riescono a smerciare il loro prodotto a causa della concorrenza dei commercianti forestieri. Il 28 maggio si sospende la riscossione della tassa sulle aie comunali, data la scarsità del raccolto, dovuta alla persistente siccità. L'8 ottobre viene scoperta la lapide marmorea, apposta all'esterno del Municipio per onorare la memoria dei Sestesi caduti in guerra. Segue una funzione religiosa con relativa predica, al termine della quale viene offerto ai presenti un rinfresco. La lapide, costata 1.500 lire, opera del marmista Carlo Serreli di Cagliari, riporta i seguenti caduti: 

Sempre nel 1922 viene portato a termine il nuovo cimitero, ancora oggi in funzione. 

 

Il 28 ottobre 1923 viene inaugurato l'impianto di illuminazione elettrica nel Municipio. 

 

Il 22 maggio 1924 si conferisce la cittadinanza onoraria a Benito Mussoli. 

 

Siamo nel 1926, in pieno regime fascista, gli oppositori hanno vita difficile e sono costretti all'attività clandestina. Uno ei più importanti uomini politici sardi, oppositore del regime, tiene una riunione a Sestu. E' l'esponente più rappresentativo del Partito Sardo d'Azione, Emilio Lussu, che scrive nei suoi diari: "Prima dell'aggressione fascista a Cagliari, dell'ottobre 1926, circa due settimane prima, avevo tenuto in campagna di Sestu, in un allevamento nei dintorni della Cantoniera Pizz' e Pranu, sulla strada nazionale Sestu-Dolianova, una riunione di oltre un centinaio di compagni di Sestu tutti in bicicletta. Io v'ero andato in macchina e avevo rimandato la macchina, che mi aveva ripreso dopo la fine della riunione. Controllato com'ero dalla polizia, avevo dovuto ricorrere a parecchi espedienti per evitare di essere seguito: non solo, ma persino di poter individuare la direzione della località e del Comune in cui mi recavo. Allora, Sestu era una vera e propria roccaforte del Sadismo rurale, lo presentivo, per il clima politico, nazionale e regionale, che andava sempre più deteriorandosi, una rappresaglia fascista feroce contro i nuclei e le persone dell'antifascismo irriducibile. E alla riunione campestre parlammo e discutemmo sulle modalità da stabilire subito, per tentare i collegamenti clandestini, fra Sestu e Cagliari e fra Sestu e i Comuni periferici. Ci mettemmo d'accordo, indicandoli, sui compagni da dedicare a questi collegamenti. I convenuti di Sestu, secondo i miei ricordi erano più di cento. Compagni ancora viventi, interpellati da me qualche anno fa, mi assicurarono che erano circa 200. Credo che il numero sia esagerato. Ci separammo con prospettive ottime di riorganizzazione per la clandestinità. Della riunione la polizia non ebbe nessun sentore, perché il cantoniere era un sardista. Che cos'erano i contadini di Sestu, a quell'epoca: braccianti e piccoli proprietari coltivatori diretti. Erano certamente i contadini più civili dell'Isola. I braccianti, tratti signorili, partivano al lavoro nelle varie campagne all'alba, ma alle quattro pomeridiane, lavati, puliti e con gli abiti della domenica, erano a passeggio nel paese, o nella sede a discutere di politica, sempre di politica." 

 

Sempre nel 1926 vengono rimboscati oltre 20 ettari di terreno, con risultati scadenti per l'abbandono della piantagione, che viene soffocata dalle erbacce. 

 

Con decreto del 1° settembre 1926 il Prefetto di Cagliari autorizza l'apertura di una farmacia a Sestu. La gestione è affidata alla Dottoressa Giuseppina Umana. Il Comune eroga alla Dottoressa Umana nel 1931 un sussidio di 2.000 lire per l'avviamento della farmacia, successivamente elevato a 3.000 lire annue. 

 

Nel 1932 a Sestu abbiamo la seguente situazione: abitanti esenti da malaria 1.000; mortalità per malaria, 3%; zona del paese più colpita dalla malaria, Via Monserrato e Su Scardeddu; percentuale mortalità generale, 1%; percentuale natività, 3,90%; l'alimentazione, per quantità e qualità, nella maggior parte della popolazione è scarsa; le famiglie più indigenti non mangiano carne affatto o raramente; c'è poco vinismo e non esiste l'alcolismo; gli uomini in campagna lavorano in autunno dalle 5,30 alle 16, in inverno dalle 7 alle 16, in primavera dalle 5 alle 17 ed in estate dalle 3 alle 19; anche le donne ed i ragazzi lavorano molto in campagna; il lavoro più gravoso è la mietitura. 

 

A ricordo delle missioni nel 1934 si eresse la croce tra la Via Roma e la Via Giulio Cesare. La croce fu costruita gratuitamente da Annibale Boi. Attualmente la croce si trova collocata tra la Via Monserrato e la Via Tripoli (Piazza Pertini). 

 

Nel maggio del 1940 si registra un'alluvione con danni limitati. Nello stesso anno la Via Monserrato viene intitolata ad Italo Balbo. 

 

Alla fine dell'anno 1942, esattamente il 2 novembre, il famoso campione mondiale di pugilato, Primo Carnera, combatte a Cagliari conquistando il titolo di campione italiano di lotta libera. Dopo il combattimento viene portato in trionfo per la Via Roma, fino al corteo di macchine che lo accompagnerà a Sestu per una grande abbuffata. In casa del Sig. Paolo Mereu lo riempiono di formaggi, malloreddus, prosciutti, vieni, gueffus ed altri dolci tipici, particolarmente graditi in un'epoca di drastico razionamento. 

 

Il 2 giugno 1946 si tiene il referendum istituzionale per la Repubblica; Sestu è uno dei pochi Comuni dell'Isola che vota a maggioranza per la Repubblica, con 1.406 voti a favore contro i 797 voti per la monarchia. 

 

Il 26 novembre 1950 viene inaugurato l'edificio delle scuole elementari di Via Repubblica. Il 9 maggio 1967 questa scuola viene intitolata a San Giovanni Bosco. 

 

L'11 settembre 1970 il Consiglio Comunale, su proposta del collegio dei docenti del 2 maggio 1969, intitola la scuola media ad Antonio Gramsci.

 

Con decreto del 30 ottobre 1978 il Ministero dell'Interno eleva a segreteria generale di 2^ classe la segreteria del Comune di Sestu. Il primo segretario generale prende servizio il 30 aprile 1979. 

 

Il 19 giugno 1981 inizia l'attività la farmacia comunale. E' la seconda farmacia che entra in funzione a Sestu, dopo circa vent'anni dalla richiesta effettuata dalla Giunta Municipale con delibera n. 128 del 19 novembre 1962. 

 

Il 25 gennaio 1989, nei locali comunali di Via Di Vittorio viene inaugurato il Presidio Sanitario della U.S.L. 21; funzionano i servizi di guardia medica, igiene mentale, pediatria, ostetricia e ginecologia. 

 

Il 25 settembre 1989 viene rimossa la passerella in ferro, aggettata sul Rio Matzeu, per far posto ad un nuovo ponte. 

 

Il 16 ottobre viene aperto l'asilo nido comunale, la cui inaugurazione ufficiale avviene il 22 dicembre successivo. 

 

Il 21 novembre 1989 l'agenzia del Banco di Sardegna si trasferisce dai locali di Via Fiume ai nuovi locali di Via Cagliari. 

 

Il 22 aprile 1990 viene inaugurato il nuovo ponte sul Rio Matzeu, che collega la Via Parrocchia con la Via Ottaviano Augusto. 

 

Il 29 aprile 1990 viene inaugurata la piscina comunale di Via Dante.

 

 

Autore: Franco Secci

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