L’economica storica di Sestu

Il Comune di Sestu si trova in una posizione geo-economica di grande importanza essendo collegato strettamente al Capoluogo sia sul piano geografico che su quello economico.

La caratteristica geologica del suo territorio ne ha sempre condizionato l'economia basata in preponderanza sull'agricoltura. Il territorio, esclusivamente pianeggiante, argilloso e ricco di humus, ha sempre consentito la coltivazione dei cereali, degli ortaggi e della vite, affiancata da un modesto allevamento zootecnico.

La cerealicoltura

L'attività cerealicola sestese risale a tempi remoti, come testimoniano anche le tracce dei modesti ma significativi insediamenti umani, sparsi in tutto l'agro, alcuni preistorici, altri risalenti al periodo dell'occupazione romana, sorti questi per l'appoggio all'attività agricola. La cerealicoltura sestese viene confermata nei secoli successivi da documenti d'archivio, quale la statistica pisana del 1322 ed altri documenti ecclesiastici dello stesso secolo. Sestu paga tributi al Comune toscano in grano ed orzo, ma questi non sono gli unici prodotti seminati, perché si coltivano anche fave, ceci, cicerchie,lenticchie. Significativi sono in proposito i dati degli anni 1843 e 1844. Nel 1843 si raccolgono 500 starelli di fave, 400 d'orzo, 4.000 di grano, 5 di ceci, 15 di cicerchie. Nel 1844 si raccolgono 2.700 starelli di grano, 300 di fave, 12 di ceci, 15 di cicerchie e 5 di lenticchie. La superficie destinata al seminerio (vidazzone) è di 2.500 starelli, mentre altrettanta se ne lascia ogni anno a riposo (paberile). 

I terreni assommano a 6.000 starelli dei quali 5.000 aperti. Chi prende in affitto terreni per la semina corrisponde all'anno, al proprietario dei terreni chiusi, uno starello do grano per ogni starello di terreno seminato; se viene corrisposto in denaro il canone viene determinato dal costo di uno starello di grano, corrente al momento in cui si esige l'affitto. Nei terreni aperti il canone è ridotto alla metà. Nel 1907 il raccolto risulta di q. 5.870 per il grano, di q. 1.359 per l'orzo, di q. 129 per le fave; l'estensione territoriale coltivata è complessivamente di Ha 4.212. Al censimento dell'agricoltura del 1982 risultano attive 1.070 aziende agrarie con una superficie coltivata di Ha 2.941.

 

L'orticoltura

Rinomanza in tutta l'Isola hanno gli ortaggi prodotti a Sestu che, freschi e gustosi, sono stati sempre apprezzati in tutti i mercati. Impareggiabili maestri sono i Sestesi in questa attività, documentata fin dal XIV secolo in atti ecclesiastici, favorita dalla presenza dell'acqua a profondità limitata. Ciò ha permesso lo scavo di pozzi dotati, nel passato, di norie azionate da animali, che attingevano l'acqua necessaria ad irrigare le colture. 

Oggi gran parte della produzione proviene da piccole aziende a conduzione familiare e viene assorbita dal mercato ortofrutticolo di Cagliari. La chiusura negli ultimi anni di piccole fabbriche locali ha incrementato il numero degli addetti a questa attività. Recentemente però la persistente siccità ha determinato la crisi nel settore, costringendo molti ortolani a pratica la loro attività in comuni viciniori, disponendo questi di acqua a sufficienza.

 

La viticoltura

La natura argillosa del terreno ha favorito a Sestu lo sviluppo della viticoltura, altra voce importante dell'economia sestese sia per l'estensione che per la qualità dei vini prodotti. Dice a proposito l'Angius che: 

anche le vigne hanno nello steso territorio siti di felicissima esposizione in un suolo di natura propizia a quella specie. Si coltivano tutte le varietà di uva bianca e rossa, da vendemmia e mangiabili, che si trovano nelle vigne del restante Campidano, e i vini comuni e gentili, se ne sia curata la manipolazione, sono della stessa bontà di Pirri e Quarto. Il vigneto essendo esteso si vedono uve mangiabili e si fa gran quantità di mosto. Una piccola parte di questo si cuoce per la sapa di provvista. 

Già rilevante nel XVI secolo, come si apprende dagli atti notarili dell'epoca, si ha nel 1840 una superficie vitata di 250 starelli per raggiungere la produzione vinicola nel quinquennio 1878-1883 una media annua di 4.000 ettolitri. Nel 1907 la superficie vitata raggiunge l'estensione di 1.990 ettari con una produzione di 89.632 ettolitri di vino, la più alta tra tutti i comuni del Campidano di Cagliari. Il censimento dell'agricoltura del 1982 ci da i seguenti dati: vini D.O.C. ettari 2,25, uva da tavola ettari 5,3, altri vini 1.194,26 ettari. 

Anche in questo settore la proprietà è molto frazionata e la coltivazione viene effettuata prevalentemente dai proprietari medesimi, nel tempo libero, essendo per lo più occupati in altre attività economiche. Oggi la superficie vitata è in regresso.

 

L'allevamento

Se pur molto più modesto nell'apporto economico rispetto all'agricoltura, non è mancato nel passato, e non manca attualmente, l'allevamento del bestiame. E' prevalso sempre l'allevamento del bestiame minuto, ovino soprattutto, perché più adatto a sfruttare le stoppie ed i maggesi disponibili a Sestu. Numericamente il bestiame grosso ha sempre seguito a grande distanza, in prevalenza bestiame da lavoro e da tiro, animali costosi e preziosi oramai scomparsi. 

Vediamo ora alcuni dati sulla consistenza del bestiame nel nostro Comune. Dice l'Angius: 

dalla sunnominata estensione del territorio di Sestu si può dedurre che non mancano i pascoli, principalmente per le vacche e le pecore, e che lecito educarne in gran numero; tuttavia questo ramo non ottiene quella attenzione che si merita, ed è meno curato che fosse per l'addietro, eccettuata la specie pecorina. Il bestiame rude numera capi vaccini 180; caprini 350; porcini 440; pecorini 8.000. Ma notisi che in questa ultima somma sono molte greggie i cui proprietari sono in altri paesi. Il bestiame di servigio comprende buoi 300, cavalli 60, giumenti 200. In molti cortili si hanno de' maiali, che dopo essere ben cresciuti e ingrassati con fichi d'India si macellano per i bisogni della case particolari. 

Dall'archivio comunale ricaviamo che. 

- nel 1840 si ha: pecore 5.370 di cui 2.235 dei residenti e le altre dei forestieri; maiali 346 di cui 146 dei residenti e 200 dei forestieri; giumenti 300; vacche di cui 114 dei residenti e 190 dei forestieri; 

- nel 1841 si ha: non solo il bestiame non è aumentato secondo le previsioni, ma è diminuito sia per la mortalità sia per la mancanza di pascoli. In questo periodo il bestiame domato pascola in Su Pardu, insufficiente, mentre il bestiame rude pascola nei terreni lasciati a paberile, dell'estensione di 2.500 starelli. Sestu non possiede vacche sufficienti per la riproduzione e si è costretti ad acquistare all'esterno i buoi da lavoro. Questi sono diminuiti sensibilmente per la convenienza a venderli sia perché i prezzi hanno avuto un aumento del 25%, sia perché è diventato troppo costoso il loro mantenimento a causa della mancanza delle fave e della paglia. Le pecore non danno latte sufficiente per la produzione del formaggio.

- nel 1842 si ha: buoi domiti 255, buoi rudi 29, vacche 16, vitelli 50. 

- nel 1907 si ha: pascoli permanenti Ha 553, terreni a riposo usati a pascolo Ha 944,23, bovini ed equini 495, asini e ovini 3.119, suini 144. 

- nel 1932 si ha: 150 bovini, 80 cavalli, 3.000 pecore, 100 suini. 

- nel 1934 si ha: 149 cavalli, 311 asini, 198 bovini, 3.555 ovini, 7 caprini. 

- nel 1947 si ha: 137 bovini, 125 cavalli, 385 asini, 1 mulo, 85 suini, 3.086 ovini. 

- nel 1973 si ha: bovini 130, ovini 3.370, suini 2.950, pollame 52.000, cavalli 20, asini 14. 

- nel 1982 si ha: bovini 16, ovini 1.643, caprini 12, suini 1.515. 

Una visione completa sulle attività agricole sestesi, operate nel passato, si ha dalla seguente tabella ricavata dalla Relazione sovra la statistica e l'andamento del commercio e delle industrie della Provincia di Cagliari nel 1865, a cura della Camera di Commercio, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1866.

 

Produzione agricola 1865 (Ettolitri; Valore)

Grano: 1.000; 150.000 

Fave: 800; 8.000

Orzo: 250; 1.750

Paglia grano: 2.000; 30.000

Mandorle: 15; 270 

Canna: 50.000; 10.000 

Frutti diversi: - ; 1.000 

Ortaglia: --; (a) 14.000 

Vino comune: 3.250; 81.250 

Vino fino: 45; 3.600 

                                   Chilogrammi 

Miele                                  40                                  40 

Cera                                   10                                  20 

Lardo                                 960                                960

Formaggi pecora                 1.000                            1.250 

                                     

                                      Quintali 

Sevo                                    3                                225 

Lana                                   12                             1.200

 

                                      Numero 

Vitelli                                      4                                   28 

Puledri                                    2                                   25 

Asinelli                                   30                                 300 

Porchetti                              100                                 350 

Agnellini                             1.500                              4.500 

Cuoi bue                                12                                 240 

Cuoi vaca                              20                                 200 

Pelli montone                        400                                 900 

Pelli pecora                          350                                 263 

Pelli agnellino                        350                                 140 

Pelli volpe                             10                                   19 

Pelli lepre                             100                                   10 

Pelli coniglio                         300                                   15 

Tegole                               10.000                         (b)2.400 

Cacciagione                          - - -                             (c)400 

Buoi e vacche

per agricoltura                        300                           90.000 

Cavalli per agricoltura               30                              4.500 

Cavalle per agricoltura              14                              1.400 

Asini                                     100                              2.500 

Maiali                                     35                              2.975 

Pecore                                3.000                            22.500 

Montoni                                200                              2.000 

 

(a) questo valore è il primo in assoluto per tutta la provincia. 

(b) La produzione delle tegole, anche se non da primato assoluto, è assai consistente e comunque ai primi posti.

(c) Discreto è anche il valore della cacciagione e lo comprova pure il numero delle pelli di lepre e coniglio.

 

Altre attività

La presenza abbondante di argilla nel territorio di Sestu ha favorito nel passato lo sviluppo della fabbricazione di tegole e laterizi, raggiungendo livelli eccellenti, anche se non da primato come nell'orticoltura. Così troviamo nei documenti dei secoli scorsi citati vasai, tegolai e fabbricanti di mattoni. Numerose erano le cave di argilla e diversi i forni per la cottura, attivi a Sestu.

 

Autore: Franco Secci - storico

 

 

 

 

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