Il Periodo Fenico Punico a Sestu

Nel IX secolo a.C. i Fenici iniziarono la colonizzazione della Sardegna, fondando città e facendo progredire il commercio. A Sestu finora non sono state rinvenute tracce di questa colonizzazione, mentre reperti archeologici, risalenti al VII-VI secolo a. C. sono venuti alla luce a San Sperate, Monastir ed Assemini, tutti confinanti col nostro territorio. Tuttavia, considerata la natura dei terreni nonché la posizione del territorio rispetto ai paesi citati e la vicinanza alla costa, possiamo pensare che i Fenici commerciarono, attraverso l'interscambio, anche con gli abitanti di Sestu.

Verso la metà del VI secolo a.C. Cartagine intervenne in Sardegna con le sue truppe ed alla fine dello stesso secolo si trovò padrona del Campidano e di altre zone limitrofe, sostituendosi ai Fenici nel governo delle colonie sarde ed assicurandosi lo sfruttamento delle risorse agricole dell'Isola. I punici incrementarono in Sardegna l'agricoltura creando vasti latifondi per la produzione del grano che costituiva per loro uno dei maggiori commerci d'esportazione. Neanche della presenza di questi colonizzatori ci sono rimaste localmente grandi testimonianze, soprattutto perché le abitazioni erano edificate con materiale fragile, per cui, sottoposte all'azione delle intemperie sono andate facilmente in rovina. Fino ad ora una sola testimonianza della presenza dei Cartaginesi a Sestu ci è pervenuta. E' la necropoli rinvenuta nei pressi del campo sportivo di Corso Italia risalente al periodo punico-romano, cioè all'età in cui Roma aveva già conquistato la Sardegna senza che l'avesse permeata completamente della sua civiltà cancellando le testimonianze della colonizzazione precedente. Questa necropoli ci ha restituito diverso vasellame fittile di uso domestico, di varie forme e dimensioni, risalenti al III secolo a. C. conservato ora nel museo archeologico di Cagliari.

 

Autore: Franco Secci - storico

 

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