Stemma Araldico del Comune di Sestu

Gonfalone

La storia dello stemma di Sestu inizia il due maggio 1924 quando il Consiglio Comunale su proposta del presidente Stanislao Caboni, considerato che molti comuni si servivano del proprio stemma per applicarlo al gonfalone, al bollo d'ufficio ed alla carta intestata, decideva di chiedere l'autorizzazione per fare altrettanto, incaricando la Giunta per l'erogazione della spesa prelevandola dal fondo imprevisti del bilancio dell'anno. Così in diversi documenti degli anni successivi troviamo impresso il bollo del Comune con al centro lo stemma: un miliario romano in alto ed un aratro a chiodo nel basso. 

L'araldica fu successivamente regolata con i regi decreti del 7 giugno 1943 n. 651 e n. 652. L'Amministrazione comunale riprendeva l'argomento nel 1951. Il 19 aprile dello stesso anno il Consiglio comunale, vista la relazione approntata dallo Studio Araldico di Genova e la lettera del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3957.6 del 6 aprile 1951, considerata l'opportunità di adottare lo stemma, scegliendolo fra quelli proposti dal predetto Studio e più rispondente alle tradizioni storiche nonché alla vocazione agricolo-industriale di Sestu deliberava di adottare lo stemma araldico simboleggiante una pietra miliare, caricata di un numero romano VI, in riferimento all'origine onomastica del luogo.

 

Detta pietra sta alla base di una colonna romana che si erge da un terreno coltivato su cui sta l'aratro e da cui nasce un tralcio di vite che circonda la colonna. Ciò a confermare il raccolto cerealicolo del Comune con gli elementi essenziali della sua economia. Il tutto nascente da una campagna verde con cielo azzurro circondato da un tralcio di quercia con bacche e sormontato da una corona a nove torri. In araldica la corona a nove torri distingue il comune dalla città la cui corona ha cinque torri. La pratica per ottenere il decreto di approvazione dello stemma non fu completata. Il dieci ottobre 1984 l'Amministrazione si risvegliava e chiedeva informazioni sullo stato della pratica alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la quale rispondeva il 23 novembre successivo informando che agli atti esisteva una istanza del Comune datata 13 gennaio 1951 con cui il Sindaco chiedeva la concessione di stemma e gonfalone.

 

Esisteva pure il bozzetto del solo gonfalone che dalle indicazioni esistenti e dal bozzetto si poteva così blasonare:

 

Stemma: d'azzurro, alla colonna dorica d'argento, con la cifra VI romana di nero incisa al di sopra della base, circondata dalla vite al naturale, che sale di sbarra, poi in banda, e poi ancora in sbarra, fruttata di due di rosso, fogliata di tre di verde, nodrita, a destra della colonna, dalla campagna di verde, questa caricata dall'aratro di legno al naturale, rivoltato, col vomere di argento. Ornamenti esteriori da Comune. 

 

Gonfalone: drappo di rosso riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento: Comune di Sestu. 

 

Con la risposta si inviava al Comune l'elenco degli adempimenti richiesti per l'approvazione, tra cui due bozzetti a colori, seguendo i modelli allegati. Si trattava di fotocopie di miniature, ovviamente in bianco e nero. Si avvertiva poi che la vite nasceva a sinistra della colonna, che in araldica si deve dire destra, per il rovesciamento araldico e si restava in attesa di quanto richiesto e di un cenno di intesa. L'Amministrazione comunale dormì sull'argomento per oltre altri dieci anni e decise di rispolverare (non solo in senso metaforico) la pratica nel 1995. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, con nota del 10 aprile 1995 proponeva di modificare il bozzetto iniziale togliendo l'aratro in quanto poco caratterizzante per risultare nello stemma di diversi altri enti. Il 24 agosto successivo il Comune trasmetteva due copie a colori di una ulteriore proposta di stemma e gonfalone precisando che si era ritenuto opportuno mantenere la figura dell'aratro, ancorchè "poco caratterizzante", sia per le forti connotazioni agricole permanenti ancora nell'economia del Paese, sia perché si trattava di un oggetto costantemente presente nelle raffigurazioni che del simbolo di Sestu spontaneamente (?) erano state fatte da decenni, ad esempio nella lapide commemorativa dei caduti posta in Via Parrocchia e (aggiungiamo noi) ai lati del portone in Via Roma di proprietà di Erminio Angioni. 

 

Con nota del 13 settembre 1995 l'Ufficio Araldico prendeva atto del nuovo bozzetto con la seguente blasonatura:

"di azzurro, alla colonna di argento con alto basamento, caricato dal numero romano VI, di nero, accollata dalla vite, nodrita a destra, di tre spire, con la parte lignea al naturale, pampinosa di otto di verde, fruttata di tre di porpora, un grappolo d'uva a destra, due a sinistra, la colonna fondata e la vite nella campagna di verde, caricata dall'aratro all'antica rivoltato, d'oro, con il vomere d'argento. Ornamenti esteriori da Comune". 

 

Poiché il Comune non aveva chiarito quale drappo del gonfalone preferiva, si prospettavano le seguenti possibilità: 1) drappo di giallo, con riferimento all'oro dell'aratro; 2) drappo di bianco, con riferimento all'argento del vomere; 3) drappo di porpora, con riferimento ai grappoli d'uva. Erano da escludere il verde e l'azzurro per evitare "colore" su "colore". Si potevano adottare drappi "partiti" (per esempio drappo "partito" di bianco e di porpora); il "partito" è realizzato dividendo verticalmente il drappo in due parti.

 

Per ottenere il decreto di concessione dello stemma e del gonfalone era necessario inviare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio Araldico: 

istanza in carta semplice al Sig. presidente della Repubblica; istanza in bollo competente al Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri (le due istanze dovevano avere testi paralleli); delibera consiliare facente riferimento alla volontà del Comune di ottenere un decreto di concessione dello stemma e del gonfalone, così come precisati dall'Ufficio Araldico: breve cenno storico del Comune. 

L'11 dicembre 1995, con la deliberazione n. 109, il Consiglio Comunale stabiliva di presentare l'istanza, con la documentazione richiesta, per l'ottenimento del decreto di approvazione dello stemma e del gonfalone con la blasonatura descritta, scegliendo il colore bianco per il drappo del gonfalone.

 

Finalmente! il 29 febbraio 1996 il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, decretava: 

"Sono concessi al Comune di Sestu, in provincia di Cagliari, uno stemma ed un gonfalone descritti come appresso: 

 

Stemma: d'azzurro, alla colonna di argento con alto basamento, caricato dal numero romano VI, di nero, accollata dalla vite, nodrita a destra, di tre spire, con la parte lignea al naturale, pampinosa di otto di verde, fruttata di tre di porpora, un grappolo d'uva a destra, due a sinistra, la colonna fondata e la vite nodrita nella campagna di verde, caricata dall'aratro all'antica, rivoltato, d'oro, con il vomere di argento. Ornamenti esteriori da Comune. 

 

Gonfalone: drappo di bianco, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto bianco , con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento." 

 

Il decreto venne trascritto nel Registro Araldico dell'archivio Centrale dello Stato il 14 marzo 1996 ed il 26 successivo a pag. 15 del Registro Dell'Ufficio Araldico anno 1996, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

 

Autore: Franco Secci

 

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